C'era una volta un Lord, da tutti amato e rispettato come il signore della collina su cui si ergeva la sua vasta dimora. Il Lord era - a detta di tutti - un gran bel Lord, con splendide chiome ricciute color nocciola e profondissimi occhi bruni in grado di commuovere anche gli animi più ostili, sigaro bastone e giornale facevano da corredo a tanta beltà naturale. Di lui si diceva, quando passeggiava tra le strade del villaggio, che tutte le signorine si sciogliessero in brodo di giuggiole. E nemmeno tra le più agée risparmiava le conquiste: sembra che addirittura le anziane comari di paese, vedendolo passare, non potessero fare a meno di interrompere le chiacchiere per rivolgergli i più ammirati dei sorrisi.
Quand'era a riposo e si godeva il sole del suo bel giardino si sedeva con una compostezza senza pari: solenne, maestoso, col vento primaverile che - sfrontato - solleticava i suoi folti baffi virili e un'ancella sempre servizievolmente a sua disposizione. Era nato di sangue blu e la sua principale occupazione, da molte generazioni prima di lui, era oziare: compito cui egli assolveva con totale abnegazione, com'è proprio di certe menti brillanti. Certo aveva anch'egli qualche piccolo difetto: per esempio, non gli andavano proprio a genio gli intrusi, chiunque arrivava a disturbare la quiete della sua casa. La sua casa la divideva con la Bimba che albergava anch’essa al Castello: una bimba molto bella , esile come un fuscello ma forte come Gensis Khan. Il bel Lord viveva la vita in una pace beata, priva di pensieri, nubi o inquietudini, sempre accanto alla Bimba, impareggiabile compagna di giochi e di avventure alla scoperta di posti sempre nuovi . La Bimba aveva un gran cuore e una smisurata bontà d’animo.
E proprio la bontà della bimba è la causa di uno sconvolgimento epocale per il nostro Lord. Infatti un bel giorno di settembre, la sua più fedele amica - quella che sempre lo seguiva, con gli occhi ancora pesti di sonno, nelle sue scampagnate mattutine; e lo accompagnava, indefessa servitrice, nelle sue sortite serali: un'abnegazione e un senso del dovere davvero encomiabili! - si presentò alle porte della sua dimora con un fagottino tra le braccia.
Si scoprì che il fagottino altro non era che un’Orfana : una mocciosetta di pochi mesi e ancor meno scrupoli, senza una goccia di sangue reale nelle vene, che di giorno si divertiva ad aprire a suon di calci tutte le porte del castello e di notte, anziché dormire, di punto in bianco si metteva a correre da una parte all'altra del giardino, cantando a squarciagola e spezzando il sonno di bellezza del bel cavaliere.
Il padrone di casa era sinceramente angustiato da questa ospite, ma la fedele amica gli aveva giurato che non sarebbe rimasta a lungo: presto, molto presto, se ne sarebbe andata, e ancor prima avrebbe smesso di sottrargli sempre i suoi giochi - un comportamento che, stante il suo grande contegno, mandava davvero su tutte le furie il bel Lord. L’Orfana era irriverente, maleducata, chiassosa e troppo, troppo agitata, arringava con durezza - ma senza alcun successo. Con sgomento sempre crescente, il bel Lord si rese conto che, giorno dopo giorno, l’Orfana riscuoteva sempre più successo tra i suoi concittadini, perché era allegra e amichevole e andava incontro con entusiasmo a chiunque le rivolgesse anche solo un cenno di saluto.
E lui, che era stato abituato fin dall'inizio della propria vita a camminare con schiena e testa ben dritti, guardava con indignazione al contegno di quella tipetta che, per far contente le vecchie comari che un tempo lo adulavano, saltava e danzava tra loro come se fosse stata caricata a molla, e non voleva venir via neanche quando era tempo di rientrare a casa. Ogni volta che la Bimba li accompagnava a passeggiare lui la rimbrottava, tenendole i musi per la invadente presenza dell’Orfanella a cui lei lo aveva costretto. E nonostante cercasse di insegnarle a comportarsi come una vera piccola nobile quella lo ignorava: quella, che in casa sua era ospite, e nemmeno troppo gradita, si permetteva di scappar via mentre lui parlava per correre incontro al giornalaio, alla salumiera, al vicino di casa. Roba da matti…
Comunque tutto è bene quel che finisce bene, con la santa pazienza che solo una Bimba buona può avere il Lord capi che l’Orfanella non sarebbe mai andata via e mam mano le cose volsero al meglio : l’Orfanella cominciò a capire che era circondata da tanto amore e non serviva più comportarsi come un piccolo Gianburrasca e il nostro Piccolo Lord imparò a divertirsi con le birichinate della piccola nuova amica.
A poco a poco il bel Lord e l’Orfanella ribelle non furono mai più visti separarsi, e vissero sempre felici e contenti nella loro casa assieme alla Bimba che li aveva fatti incontrare.
Questa favola è dedicata a Jò e Aisha, senza i quali questa vita sarebbe sicuramente più noiosa e triste.